Taj Mahal: una delle meraviglie del mondo moderno
Taj Mahal, il grande simbolo d’amore.
Chi non ha mai sentito parlare del Taj Mahal, una delle 7 meraviglie del mondo moderno?
Se fosse il contrario siete veramente dei CAPRONI! 😀 😀
Diciamocela tutta, una delle motivazioni che ci ha spinto a andare in India era proprio la voglia di vedere questo tempio.
Taj Mahal, il mausoleo indiano
Il Taj Mahal è un monumento indiano che si trova in India settentrionale, nella città di Agra, antica capitale dell’impero.
La struttura poggia su una base di pietra arenaria ricoperta da marmo bianco sul quale poggiano la cupola e i quattro minareti.
Il parco circostante, adornato con piante e fiori è diviso in 4 parti da 2 canali.
Il mausoleo sorge vicino al fiume che provoca riflessi colorati sulla bianchissima cupola, creando effetti ottici unici.
La storia del Taj Mahal
La storia di questo mausoleo è ben più profonda e romantica di quanto si pensi.
La sua costruzione iniziò nel 1631 su richiesta dall’imperatore Shah Jahan per ospitare il corpo della sua defunta amata Mumtaz Mahal.
La donna era una delle spose del principe, infatti la religione mussulmana concede ad un uomo di avere più spose.
Ma Mumtaz Mahal non era una delle tante, perché tra i due c’era un rapporto speciale che non c’era con le altre concubine.
I due ebbero 14 figli e la donna morì durante il parto dell’ultimo, nel 1631.
L’imperatore distrutto di dolore si ritirò a vita privata per quasi un anno, finche non decise di costruire una tomba per la sua amata: il Taj Mahal.
Presero parte i migliori costruttori e progettisti, il marmo arrivò da ogni parte del paese e vennero utilizzate moltissime pietre preziose quali turchesi, gemme, diamanti.
Da qua la storia diventa leggenda:
Molte sono le leggende che ruotano intorno al mausoleo:
La più romantica racconta che l’imperatore poco prima della sua morte avesse ordinato la costruzione di un gemello del Taj Mahal soltanto di colore nero situato precisamente difronte all’altro e separati dal fiume ma uniti da un ponte d’oro. Sembra che l’opera non sia mai stata terminata perché il re ormai anziano venne deposto dai figli e rinchiuso nel Forte Rosso di Agra.
La più inquietante narra che al termine dei lavori, l’imperatore fece accecare e amputare le mani a tutti coloro che avevano partecipato alla costruzione del mausoleo, in modo che più nessuno fosse in grado di ricostruire un’altra struttura come quella.
Conclusioni e recensione sul Taj Mahal:
Quando senti decantare per tanti anni un luogo, te lo spiattellano ovunque come una delle cose più belle della nostra civiltà, un miracolo di architettura, il tempio dell’amore per eccellenza, probabilmente le tue aspettative a riguardo sono molto elevate, forse nemmeno obiettive.
Se mai andrete a visitare questo luogo ci confermerete o smentirete quanto vi stiamo per dire:
All’arrivo l’impatto è sicuramente surreale; all’esterno delle mura degrado, sporcizia e una folla di bimbi, bimbe, ragazzi di ogni età vi attendare per “assalirvi” per vendervi ogni possibile e immaginabile souvenir del mausoleo, tanto insistenti che vi troverete ad aumentare il passo per sfuggirgli.
Non fate il nostro errore di promettergli che al ritorno comprerete qualcosa perché non lo dimenticheranno e vi aspetteranno all’uscita 😆
Oltrepassate le mura, un altro mondo, pulizia, tranquillità regneranno attorno a voi.
Le persone che incontrerete saranno solo turisti oppure indiani benestanti.
In lontananza lui, con la sua cupola che svetta dominando l’orizzonte.
Ti avvicini e lo vedi sempre più imponente, bianco candido che verrebbe voglia di morderlo 😀
Si tutto molto bello e fighissimo… finche non entri dentro e ti ritrovi in una della cappelle più spartane del più remoto paesino italiano sperduto nel nulla.
Una piccola tomba centrale protetta da bellissimi pannelli intarsiati alla quale puoi camminare intorno, facendo attenzione alle feci di piccione.
Ecco cosa c’è all’interno del più famoso tempio dell’amore del mondo.
Morale della favola: Sicuramente da vedere una volta nella vita ma ridimensioniamo un po le aspettative o comunque non aspettiamoci la grandiosità dei luoghi di culto nostrani.
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