Moti di Stonewall e la nascita dei gay Pride

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2009
Moti di Stonewall

Moti di Stonewall del 1969

Quando parliamo di ” Moti di Stonewall ” stiamo parlando della più importante pietra miliare per la storia dei diritti e del movimento  lgbt, parliamo della storia del gay pride 

Precisamente era la notte fra il 27 e il 28 giugno 1969 , circa l’una di notte quando la polizia di New York arriva allo Stonewall Inn, in Cristopher Street, nel quartiere di Greenwich Village.

Questo bar, tutt’oggi attivo, era uno dei bar gay più famosi della città.

Per la comunità lgbt che abitava in città (e non) questo era un punto di riferimento.

Come tanti altri locali per persone lgbt dell’epoca, questo era un bar “abusivo”.

Infatti continui controlli venivano fatti durante le varie serate dalla polizia, per controllare che la clientela non indossasse oggetti o indumenti non appartenenti al proprio genere; nel caso che i clienti fossero trovati con indosso almeno 3 oggetti non maschili per gli uomini e femminili per le donne, venivano schedati.

Come potete immaginare, le schedature erano sempre parecchie, un vero e proprio atto di discriminazione solo perché qualcuno decideva di essere se stesso.

Qui quella notte iniziarono quelli che oggi vengono chiamati i Moti di Stonewall. Fu un avvenimento storico fondamentale per tutti noi. Quella notte in quel piccolo locale nacque il movimento di liberazione gay in tutto il mondo.

I controlli da parte degli agenti in questo tipo di locali non erano certo una novità. Solitamente le retate venivano fatte a inizio serata, in modo che ci fosse la possibilità di riaprirli nel corso della notte e non era nemmeno cosa insolita che i gestori venissero avvisati prima.

Quella notte qualcosa non andò come di consuetudine.

Quella notte otto poliziotti in borghese arrestarono tutti i clienti dello Stonewall Inn privi di documenti o vestiti con abbigliamento non idoneo al loro sesso. Furono arrestati anche alcuni dipendenti.

Sembrerebbe dai racconti che durante l’arresto, una lesbica urlò verso i clienti non arrestati:

Perché non fate niente?“.

Questo grido diede il via ad una ribellione, ribellione che divenne ancora più accesa quando Sylvia Rivera, transgender simbolo dei Moti di Stonewall, dopo essere stata spinta con una manganellata urlò “Questa è una rivoluzione!” (“It’s a revolution”) scagliando contro un agente della polizia una bottiglia. I presenti iniziarono ad attaccare le forze dell’ordine in ogni modo possibile, facendo partire una vera e propria battaglia.

La comunità lgbt era stata per troppo tempo succube e silenziosa delle discriminazioni verbali e non, quella notte tutta la rabbia accumulata negli anni esplose. Volevano giustizia, volevano essere felici, volevano tranquillità, volevano essere solo loro stessi, ma ancora nel 1969 non era possibile (a volte non è possibile nemmeno nel 2019, ahimè!)

Questi scontri con il movimento lgbt dell’epoca durarono per giorni producendo svariati arresti abusi e feriti.

Questa vicenda fece nascere il movimento di protesta gay, che poi portò nell’anno seguente al primo Gay Pride della storia.

Dobbiamo ringraziare queste persone, persone come Sylvia Rivera, che con tenacia e orgoglio ci hanno fatto arrivare dove adesso siamo. La strada per il movimento lgbt è sempre molto lunga, a volte sembra di fare come i gamberi, ma almeno per il momento anche noi possiamo gridare qualcosa tipo:

Noi facciamo parte della rivoluzione“.

Mettiamoci la faccia e insegniamo agli altri a far conoscere la naturalezza del nostro essere!


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